Percorsi e prospettive

La democrazia dei partiti e la democrazia nei partiti

14 Set 2009

L’articolo 49 della Costituzione Italiana attribuisce ai cittadini il diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Dal 1948 ad oggi, i partiti politici sono stati, effettivamente, gli indiscussi protagonisti della politica nazionale che è stata da loro ‘determinata’ nel Parlamento, nel Governo, nella Pubblica Amministrazione, nell’economia, nell’informazione, nella cultura e così via.
Più difficile è, invece, sostenere che i partiti siano stati, come prescrive la Costituzione, gli strumenti attraverso i quali i cittadini hanno attivamente partecipato alla determinazione delle scelte politiche e delle classi dirigenti dei partiti stessi, realizzando quella ‘democrazia di massa’ o democrazia ‘organica’ che era stata auspicata all’Assemblea Costituente da Elio Basso e da Palmiro Togliatti,
da Costantino Mortati e da Aldo Moro.
La democrazia dei partiti, che sono stati, in Italia, i ‘padri della Costituzione’ è sembrata, infatti, trasformarsi progressivamente in un sistema politico che ha livellato a favore dei partiti quella articolazione democratica e istituzionale (sistema associativo, autonomia della cultura, pluralismo del sistema dell’informazione, referendum,
istituti di garanzia, separazione dei poteri) che è invece prevista dalla stessa Carta Costituzionale. Dall’altra parte, debolissima, per non dire inesistente, è stata la democrazia all’interno dei partiti, che si è fondata, per decenni, su statuti fondati sul centralismo democratico o su di un sistema correntizio, entrambi molto lontani da quel ‘metodo democratico’ che l’articolo 49 della Costituzione sembra imporre ai partiti che vogliono concorrere alla determinazione delle scelte politiche nazionali.
Oggi, i partiti politici, dopo la lunghissima inattuazione dell’articolo 49 della Costituzione, sembrano dichiararsi favorevoli all’approvazione di una legge sui partiti che imponga loro almeno un minimo di democrazia interna; tuttavia, mentre in Parlamento appaiono bloccati tutti i progetti e i disegni di legge che si occupano di questo problema, gli statuti e le prassi dei partiti, anche dei più nuovi, appaiono molto lontani da un’adozione soddisfacente di quel metodo democratico che i partiti politici hanno, invece, accettato negli Stati Uniti, in Germania, in Spagna, in Gran Bretagna ed in molti altri paesi d’Europa.
Questo volume, che contiene l’ultimo scritto di Leopoldo Elia a favore di un’approvazione di una legge sui partiti politici, comprende scritti di noti costituzionalisti, politologi e uomini politici su di un problema che appare sempre più decisivo per una riforma effettiva del sistema democratico del nostro paese.


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