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Il diritto nella letteratura. Dante e Manzoni nella prospettiva giuridica

giovedì 20 Aprile 2023, ore 15:00

L’evento si terrà presso l’ Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena

Palazzo Coccapani, Corso Vittorio Emanuele, 59 – 41121 Modena (Tel.: 059 225566)

Scalone di ingresso dell’Accademia Nazionale di Scienze Lettere Arti di Modena

La partecipazione al convegno dà diritto a n. 2 crediti formativi in materia ordinaria, ai sensi
del Regolamento per la formazione continua degli Avvocati.

La partecipazione all’evento FAD può avvenire:

  • In presenza (max. 80 posti) presso la Sala dei Presidenti dell’Accademia Nazionale di
    Scienze Lettere e Arti di Modena, con prenotazione da effettuarsi inviando una mail a
    info@accademiasla-mo.it ;
  • Da remoto, in diretta streaming tramite la piattaforma www.gestiolex.it, previa
    registrazione di un proprio account da:
    https://gestiolex.it/wplogin.php?action=register .
    Si avverte che i crediti formativi saranno riconosciuti a coloro i quali parteciperanno ad
    almeno l’80% della durata dell’intero evento.
    È inoltre possibile assistere all’evento FAD, ma senza riconoscimento di crediti, dalla pagina
    del sito istituzionale del COA
    https://www.ordineavvocatimodena.it/stanza-fad/ .

PROGRAMMA

Marco Veglia ed Eleonora Mazzoni presenteranno, rispettivamente i volumi di
Giuseppe Morbidelli, La dimensione giuridica in Dante Alighieri, Collana Piccole Conferenze, Mucchi editore, 2022
e di
Gaetano Insolera, Il diritto penale di Alessandro Manzoni, Collana Piccole Conferenze, Mucchi editore, 2023

Presiede
Aljs Vignudelli, Emerito di Diritto costituzionale dell’Università di Modena e Reggio-Emilia.

GIUSEPPE MORBIDELLI
La dimensione giuridica in Dante Alighieri, Collana Piccole Conferenze, Mucchi editore, Modena, 2022


ABSTRACT
Il saggio prende spunto dall’opera giovanile di Kelsen Die Staatslehre des Dante Alighieri nella quale Dante venne definito «uno studioso di diritto pubblico» e di riflesso la Monarchia «un’opera scientifica di diritto pubblico». Una tesi apparentemente disallineata rispetto alla acquisita convinzione secondo cui non risulta che Dante si sia dedicato specificatamente a studi giuridici, ma avvalorata da tutta una serie di studi più recenti che dimostrano come nella Monarchia sia ravvisabile l’impiego accurato della concettuologia giuridica e la conoscenza di una serie di istituti propri del diritto comune.
Lo studio ha appunto lo scopo di ripercorrere i filoni giuridici che in Dante compongono una tessitura la quale lega in un rapporto osmotico e dunque ordinamentale giustizia, diritto e Imperatore, nel quale quest’ultimo ha una funzione costituzionale che si invera nel “dare e dire” il diritto e con ciò assicurare la pace sociale. Nello stesso tempo, la primazia dell’Impero si salda con la (e deriva dalla) primazia della legge divina e della legge naturale. La controprova della presenza di una dimensione giuridica è data dal fatto che il messaggio di Dante trovò sviluppo nella raffinata e altissima dottrina di Bartolo da Sassoferrato: tutt’oggi, soprattutto per quanto riguarda l’idea di una universale res pubblica delle genti, costituisce motivo ispiratore sia di teorie sia di istituzioni.

G. INSOLERA, Il diritto penale di Alessandro Manzoni, Collana Piccole Conferenze, Mucchi editore, Modena, 2023

ABSTRACT
E’ una bibliografia sconfinata quella che tratta della vita e dell’opera di Alessandro Manzoni. Molte le sfaccettature: letterarie, linguistiche, religiose politiche e ideologiche. Un posto è occupato anche dal tema della giustizia penale. La sua figura giganteggia da due secoli nella cultura di una nazione accompagnata dal momento della sua formazione. Due storie parallele quelle dell’affermarsi della sua opera, soprattutto del gran romanzo, nella completezza dell’edizione “quarantana”, e quella della riforma della giustizia penale del neonato Regno d’Italia. A questo proposito l’attenzione si è tuttavia concentrata principalmente sugli spunti rinvenibili nei 38 capitoli del romanzo storico uscito a puntate tra il 1840 e il 1845, piuttosto che sulla Storia della colonna infame, appendice storica, e non di finzione, inserita per volontà dall’autore.
La prevalenza del romanzo deve attribuirsi anche a quella che è stata definita l’ “istituzionalizzazione” del’ opera nella formazione didattica di generazioni di studenti italiani.
Solo nello scorcio temporale più recente – dagli ultimi decenni del novecento – troviamo letture della opera di Manzoni che si sottraggono ad una stratificata e riduttiva dimensione scolastica: anche quando concentrata sulla finzione romanzesca, questa lettura non sfugge al collegamento con l’appendice storica dei fatti e delle idee intorno ai processi milanesi agli untori.
Questo ritardo nel cogliere il rilievo dell’autore in un’analisi metastorica della violenza e degli orrori che possono accompagnare i sistemi di giustizia penale è dipesa anche dalle alterne fortune di Manzoni nel succedersi di differenti approcci ideologici.
E’ così che in tempi più recenti troviamo letture del tema della giustizia penale in Manzoni capaci di ricostruirne complessità e profondità di pensiero, resta la prevalenza del testo romanzesco, ma l’intreccio con il saggio storico risulta evidente e di immediato valore metodologico.
Si è ritenuto opportuno soffermarsi, nell’analisi della rivalutazione più recente della concezione del penale in Manzoni, sulla posizione aspramente critica di Franco Cordero.
Infine la scelta di condurre il lettore in alcuni passaggi della cronaca dei processi milanesi contro gli untori, per individuare il nucleo delle idee di Manzoni sul dolente operare della violenza punitiva. Su regole, prassi, inganni e semplici malvagità dei suoi attori. Esse possono essere uno specchio nel quale vedere le immoralità del sistema dei castighi, in ogni tempo e sotto ogni cielo, anche dopo gli orrori del secolo di ferro.

Eleonora Mazzoni è attrice e scrittrice. Per anni ha lavorato in teatro, cinema e TV prima di pubblicare il suo romanzo d’esordio Le difettose, Einaudi, 2012. È autrice di testi teatrali, sceneggiature, racconti e articoli su giornali, tra i quali Panorama, Micromega, Otto e mezzo, Il Messaggero e Il Fatto Quotidiano. I suoi romanzi successivi sono Gli ipocriti, Chiarelettere, 2015, La testa sul tuo petto. Sulle tracce di San Giovanni, edizioni San Paolo, 2016 e Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni, Einaudi, 2023.

Marco Veglia è Professore di Letteratura italiana e di Letteratura italiana medievale all’Università di Bologna – Alma Mater Studiorum. Dirige, per l’Ateneo di Bologna, il Centro studi MEDICAL HUMANITIES. Si occupa in particolare di Dante, di Boccaccio e della tradizione culturale e letteraria bolognese tra Otto e Novecento (Carducci, Pascoli, Bacchelli, ma anche medici come Augusto Murri e Bartolo Nigrisoli). Ha curato il commento al Decameron per Feltrinelli (per cui sta curando pure il commento alla Commedia). Per Dante, come pure per Boccaccio, ha compiuto studi sulla cultura giuridica medievale. Di Bacchelli ha pubblicato per Mondadori Il diavolo al Pontelungo e Il mulino del Po.


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