Percorsi e prospettive

L’erompere delle autorità amministrative indipendenti

3 Feb 1997

Moneta, banca, concorrenza, borsa, assicurazioni, fondi pensioni, privazia, energia elettrica, gas, telecomunicazioni, radio-televisione, stampa, scioperi di servizi essenziali, appalti pubblici e informatica pubblica, enti senza fine di lucro, tutto dominio delle autorità amministrative indipendenti non soggette a direttive del governo e del parlamento che, a sua volta,ha pochi poteri perché in molte di queste materie è ormai sottordinato alle grandi scelte di politica legislativa che fa la Comunità europea. Autorità diverse le une dalle altre, con poteri di indirizzo politico talune, di pura applicazione di legge talaltre, talvolta di garanzia o di vigilanza, con un labirinto di competenze differenziate che rendono faticosa e forse poco utile qualsiasi comparazione. Autorita con un tasso di indipendenza variabile, dai picchi di una banca centrale che nel nostro sistema ha poteri fortissimi ad enti di cui è dubbia la qualifica di indipendenza, passando per autorità semi-indipendenti (dice Giuliano Amato), e quasi indipendenti. C’è da chiedersi, allora, che cosa abbiano in comune enti così diversi, manifestazioni di fenomeni dell’epoca non solo italiani, ma certamente europei, Di certo, l’essere contro lo stato istituzionale precedente. Le autorità amministrative indipendenti, non legate ad un elettorato, né ad un governo responsabile di fronte ad esso, regolatrici, tecnocratiche, professionali, non parziali e non imprenditori, sono figlie di una crisi dei sistemi rappresentativi che va molto al di là di quella della prima repubblica e dei suoi partiti e di quella dello stato imprenditore, che ha obbligato l’Italia, e non solo noi, a scegliere un nuovo tipo di economia poliarchica organizzata. Il mercato eterocorretto, proprio dalle autorità (come quella Garante della concorrenza e del mercato, la Consob, il Garante della radiodiffusione e del- l’editoria, il Garante per la tutela dei dati personali), trova nuove forme di organizzazione, in un quadro di decentramento che costituisce una nuova più moderna articolazione dell’amministrazione per subsistemi. Oggi, autorità amministrative indipendenti e decentramento ed autonomie locali, che vanno accresciute, si muovono insieme in un mutamento di strutture istituzionali già realizzate, prima ancora che la nuova costituzione venga approvata, dopo la svolta che ha eliminato lo stato imprenditore. Insomma, bene lo stato regolatore purché sappia regolare davvero con efficienza.


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